Prezzo € 11,00
Corbaccio
Libro - Pagine 108
Formato: 12x20
Anno: 2001
Rabindranath Tagore
Tutta l'opera di Rabindranath Tagore è costellata di massime, di riflessioni sulla vita, di rapide intuizioni, di brevi lampi in cui si manifesta una vera e propria sadhana, un percorso di vita ideale suggerito e guidato da una saggezza di radici profonde; una saggezza che proviene dalle Upanisad, si richiama alle visioni di armonia dei Rsi, i bardi dell'India antica.
Questa scelta di massime cerca di ricostruire tale cammino desiderato verso una felicità possibile, in due pertinenti direzioni: la ricerca segreta di un equilibrio interiore, di un'armonia individuale e di tutto ciò che può aiutare a raggiungerla; e la scoperta dell'altro da sé fino all'arrivo a una meta possibile di tutta l'esistenza: la gioia che tutto pervade.
Questa scelta di massime cerca di ricostruire tale cammino desiderato verso una felicità possibile, in due pertinenti direzioni: la ricerca segreta di un equilibrio interiore, di un'armonia individuale e di tutto ciò che può aiutare a raggiungerla; e la scoperta dell'altro da sé fino all'arrivo a una meta possibile di tutta l'esistenza: la gioia che tutto pervade.
Radindranath Tagore nasce a Jorasanko (Calcutta) il 6 maggio 1861 da una famiglia dell’alta aristocrazia del Bengala. A diciassette anni compie il suo primo viaggio in Europa. Quando torna si fa conoscere come poeta, pubblicando due raccolte di versi. Nel 1883 sposa la giovanissima Mrinalini Debi, con la quale un anno dopo si ritira a Ghazipur dove si dedica a nuovi drammi e saggi letterari. Nel 1890 è di nuovo in Europa: visita l’Italia, la Francia e ancora l’Inghilterra. Al suo ritorno s’impegna nell’attività politica con il movimento nazionale del Bengala, e poi soprattutto in quella educativa, fondando una scuola sperimentale a Santiniketan. Il campo dei suoi interessi è vastissimo: è musicista (scrive lui stesso la musica delle sue poesie), pensatore, drammaturgo, narratore (più avanti negli anni si avvicinerà anche alla pittura). Gli anni tra il 1907 e il 1913 sono decisivi per Tagore. Lavora alle poesie che comporranno la raccolta Gitanjali (1912, Canti d’offerta) e che, tradotte in inglese – Tagore pur scrivendo in bengali traduce quasi tutta la sua produzione – gli varranno il Premio Nobel nel 1913. Nel 1915 incontra per la prima volta Gandhi col quale, nonostante le divergenze politiche, stringe un’amicizia profonda e duratura. Il suo impegno culturale e pedagogico, frattanto, s’intensifica: nel 1921 fonda l’università internazionale di Vishva Bharati e, spinto dall’esigenza di un incontro tra cultura orientale e occidentale, intraprende viaggi in tutto il mondo. Negli ultimi anni della sua vita, colpito da una grave malattia, si ritira a Santiniketan, dove si dedica totalmente all’attività letteraria. La produzione di questo periodo è vastissima, e comprende, oltre a numerose raccolte poetiche, drammi, novelle, riflessioni, aforismi e saggi di critica letteraria. Si spegne nella sua casa natale di Jorasanko il 7 agosto 1941.
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