Prezzo € 9,50 Sperling & Kupfer Tipo: Libro Pagine 126 Formato: 12,5x19,5 Anno: 2011-2012
Medico e ricercatore di fama internazionale, David Servan-Schreiber scoprì a soli trent'anni di avere un tumore al cervello con una prognosi di pochi anni di vita. Decise allora non solo di lottare, ma di raccontare la sua esperienza e le sue ricerche nel libro Anticancro, che in poco tempo diventò un vero metodo di cura e prevenzione per centinaia di migliaia di pazienti.
Ma a distanza di diciannove anni il cancro è tornato, e in una forma ancora più aggressiva. In queste pagine Servan-Schreiber si pone domande cruciali, strazianti, e straordinariamente lucide, sulla vita. Non c'è sconfitta, né rassegnazione nelle sue parole. Soltanto la consapevolezza che in momenti simili ogni cosa appare sotto una luce diversa e che occorre prendere in mano le redini della propria esistenza, e con coraggio, senza abbandonare mai la speranza, fare un bilancio.
E affronta anche la domanda più dura: il suo metodo anticancro funziona davvero? La risposta è netta ed è sì, perché gli ha concesso molti più anni - anni intensi e gratificanti - rispetto all'infausta prognosi iniziale.
In questa riflessione che via via diventa il suo testamento spirituale, Servan-Schreiber mostra come persino la prova estrema della morte possa dare più ricchezza alla vita. Come le stesse risorse naturali che aiutano nella malattia possano aiutare anche ad affrontare serenamente la fine. Come ciò che facciamo, ciò che doniamo, ci farà restare per sempre nel cuore e nel futuro di chi più conta per noi. In sintesi, ci dimostra che il nostro addio non sarà definitivo.
"Quando non si può più combattere contro la malattia, rimane ancora una lotta da intraprendere, quella per affrontare bene la morte: salutare come si deve le persone che si devono salutare, perdonare le persone che si devono perdonare, ottenere il perdono delle persone da cui ci si deve far perdonare. Lasciare messaggi, sistemare le proprie cose. E partire con un sentimento di pace e 'connessione'. Avere la possibilità di preparare la propria partenza è in realtà un grande privilegio." David Servan-Schreiber
Ma a distanza di diciannove anni il cancro è tornato, e in una forma ancora più aggressiva. In queste pagine Servan-Schreiber si pone domande cruciali, strazianti, e straordinariamente lucide, sulla vita. Non c'è sconfitta, né rassegnazione nelle sue parole. Soltanto la consapevolezza che in momenti simili ogni cosa appare sotto una luce diversa e che occorre prendere in mano le redini della propria esistenza, e con coraggio, senza abbandonare mai la speranza, fare un bilancio.
E affronta anche la domanda più dura: il suo metodo anticancro funziona davvero? La risposta è netta ed è sì, perché gli ha concesso molti più anni - anni intensi e gratificanti - rispetto all'infausta prognosi iniziale.
In questa riflessione che via via diventa il suo testamento spirituale, Servan-Schreiber mostra come persino la prova estrema della morte possa dare più ricchezza alla vita. Come le stesse risorse naturali che aiutano nella malattia possano aiutare anche ad affrontare serenamente la fine. Come ciò che facciamo, ciò che doniamo, ci farà restare per sempre nel cuore e nel futuro di chi più conta per noi. In sintesi, ci dimostra che il nostro addio non sarà definitivo.
"Quando non si può più combattere contro la malattia, rimane ancora una lotta da intraprendere, quella per affrontare bene la morte: salutare come si deve le persone che si devono salutare, perdonare le persone che si devono perdonare, ottenere il perdono delle persone da cui ci si deve far perdonare. Lasciare messaggi, sistemare le proprie cose. E partire con un sentimento di pace e 'connessione'. Avere la possibilità di preparare la propria partenza è in realtà un grande privilegio." David Servan-Schreiber
AUTORE
David Servan-Schreiber (Neuilly-sur-Seine, 21 aprile 1961 – Fecamp, 24 luglio 2011) è stato uno psichiatra, giornalista e ricercatore francese, che ha lavorato a lungo negli Stati Uniti. È stato condirettore del laboratorio clinico di Neuroscienze Cognitive presso l'Università di Pittsburgh, dove esercitava anche come psichiatra. Ha raggiunto la notorietà per avere proposto un metodo di cura basato su tecniche terapeutiche di medicina alternativa.
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