Vittorio Russo
L'India, "continente dei superlativi", come l'ha definita l'indianista Domenico Amirante, è la terra del cuore che affascina da secoli il viaggiatore occidentale per la sua distanza straniante dalla nostra cultura. Oggi è una potenza emergente di un miliardo e trecento milioni di abitanti.
Meta di pellegrinaggi per affamati di spiritualità e per distratti turisti dell'esotico, ammalia per il suo concentrato di contraddizioni di cui quasi mai si comprende il senso profondo e storico. Ma quando se ne coglie anche solo una piccola parte, si schiude agli occhi un universo di bellezze impensate.
Questo libro è il resoconto di un viaggio tra le meraviglie dell'India e le sue ferite millenarie. Ma è anche un viaggio attraverso la geografia impervia della cultura di una società polietnica e balcanizzata, custode però di una sapienza antichissima.
Tra nozioni storiche e geografiche, curiosità culturali e vivide descrizioni, il diario diventa percorso di catarsi fra gli affanni di una quotidiana prostrazione e le vette di un sapere millenario. Ed è così che l'avventura diventa scrigno di conoscenza e la conoscenza si fa intimità che permette di possedere veramente quello che si conosce.
Si dice che si può entrare in India da cento porte ma è difficile trovarne poi una sola per uscire. L'unica porta è quella che il più delle volte cambia il cuore.
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